Il corpo torna a scuola: intervento post pandemia

Il corpo torna scuola è un progetto di intervento Funzionale post-pandemia rivolto agli alunni delle classi primaria di 1° e 2° grado per A.A. 2021-2022.

In un momento storico molto particolare, in cui gli spazi e le relazioni lavorative, formative, familiari e sociali sono state sconvolte, sono convinti che, anche con il superamento della pandemia, ci troveremo a confrontarci con un “oltre” il Coronavirus.

Molte ricerche a livello internazionale mostrano gli effetti a lungo termine dell’utilizzo intenso di tablet, cellulari, videogiochi.

La Società Italiana di Pediatria ha pubblicato un documento ufficiale sull’effetto dei media device nei bambini da 0 a 8 anni basato su un’analisi approfondita della letteratura scientifica (Italian Journal Pediatrics, 2018).

Anche se serve ancora tempo per una valutazione più completa, quel che già si osserva sono bambini e ragazzi più intolleranti alle frustrazioni, un aumento dell’impulsività e della difficoltà di concentrazione.

La DAD (Didattica a Distanza) richiede l’uso della tecnologia come strumento necessario per poter accedere alla didattica.

Le limitazioni imposte per ridurre il contagio hanno portato ad una modificazione evidente del modo in cui ci relazioniamo con gli altri, che diventano limitazioni anche del mondo in cui il corpo può abitare il mondo; si sono ridotti i nostri spazi di movimento, si sono ridotti i momenti di contatto profondo con gli affetti e gli amici; ridotte anche le possibilità di scoprire un mondo che vada oltre le mura domestiche.

Abbiamo una raggiera di bisogni che devono essere soddisfatti durante l’intero ciclo di vita tra cui: amore, espansione, espressione, movimento, progettare, contatto, conoscenza, calore, nutrimento. Il Neo-Funzionalismo non considera questi bisogni in modo piramidale, ma in modo circolare, come necessità che vanno soddisfatte sempre.

La pandemia ha ridotto lo sguardo al quadrato del monitor, ma abbiamo bisogno che il nostro sguardo si alzi vada oltre l’orizzonte. Abbiamo bisogno di stringerci la mano, abbracciarci, di un contatto e nutrimento prettamente umano.

Abbiamo bisogno di uno scambio relazionale che avvenga in una dimensione tridimensionale.

Molte sono le nuove conoscenze che si sono sviluppate sull’infanzia, sul funzionamento del bambino molto piccolo: e tutte ci dicono che l’interazione con l’ambiente e con gli adulti è fondamentale per uno sviluppo positivo. È accertato che un neonato ha sin dall’inizio un contatto molto intenso con la madre, attraverso lo sguardo, il tocco, la voce. Sappiamo, in particolar modo, che il contatto fisico è di grande importanza perché il neonato possa continuare a percepire in modo positivo la relazione con l’ambiente.

In termini più generali possiamo dire che per uno sviluppo sano del bambino sono indispensabili alcune esperienze primarie, esperienze che sono alla base della vita (costituite da emozioni, movimenti, sensazioni fisiche, fantasie, il tutto intersecato con i sistemi e apparati biologici interni dell’organismo). La Psicologia Funzionale le definisce ” Esperienze Basilari del Sé” [1].

Il 22 maggio 2018 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato una nuova Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente: essa rinnova e sostituisce la precedente Raccomandazione del 2006. Tra le otto competenze chiave ritroviamo la competenza digitale, che consiste nel saper utilizzare con dimestichezza le tecnologie della società dell’informazione per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. La competenza digitale si definisce inevitabilmente come fatto culturale e non come questione tecnica, ma si configura sempre di più come una competenza comunicativa.

Il Piano nazionale per la scuola digitale predisposto dalla L.107 del 13 luglio 2015 prevede, tra le altre cose, la formazione dei docenti per l’innovazione didattica, il potenziamento degli strumenti tecnologici laboratoriali a disposizione delle scuole e la realizzazione di attività volte allo sviluppo delle competenze digitali degli studenti.  Sia i Digital Natives (M. Presky, 2001), nati e cresciuti con le tecnologie gitali, che i Digital Immigrants, che cercano di impadronirsi della nuova lingua digitale, si collocano in un terreno tecnomediale.

Le tecnologie e il web sono divenute protesi naturali per i digital native; è quindi indispensabile che oggi la scuola svolga il compito di educare all’auso consapevole e responsabile di queste tecnologie

La dimensione mentale dell’essere umano è strettamente legata alla dimensione corporea, che si offre come mezzo di conoscenza del mondo esterno, degli altri e di sè stessi. Una corretta formazione corporea contribuisce:

  • alla formazione intellettuale (migliorando le capacità senso-percettive);
  • alla formazione etico-sociale (grazie alla condivisione delle regole di gruppo);
  • alla formazione affettiva (attraverso il controllo dell’aggressività a favore della collaborazione);
  • alla formazione estetica (ponendo attenzione all’armonia fisica e dei movimenti);
  • l’apprendimento è fortemente influenzato dall’affettività (passioni, sentimento, emozioni).

È necessario, dunque, attuare un piano di prevenzione sugli effetti psico-corporei che la pandemia sta provocando (come l’isolamento sociale, disistima) e incrementare azioni di uso consapevole di tecnologia e social network.

È opportuno che l’intervento di prevenzione primaria sia precoce e che promuova attività di gruppo, per ora sospese e condizionate dall’emergenza covid-19.

Dott.ssa Sara Palermo


[1] Esperienze di base e sviluppo del sé. L’evolutiva nella psicoterapia funzionale, L. Rispoli, 2004, FrancoAngeli.